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venerdì 1 giugno 2012

Mamma informata ... mezza salvata?

Tra le tante scoperte che la maternità mi ha regalato ce n'è una che non credevo possibile ... anche il mondo dei bambini ha le sue mode! Ebbene sì, oggi le mamme, avendo più accesso alle tecnologie e, diciamolo, trascorrendo le pause tra una poppata e l'altra gironzolando su facebook e forum specializzati, sono iperinformate e ultraggiornate.
La moda del momento? La definirei quella del "bambino naturale" ed è corredata da tutta una serie di aggettivi e sostantivi: green o ecofriendly, bio, contatto, fasce, marsupi and co. 
Dato che la sottoscritta non è esente dal fascino di queste parole, posso dire che anche io, da brava neomamma, ho acquistato la fascia portabebè, mi sono informata sui pannolini lavabili e rimango incantata ad osservare i siti e le vetrine dei negozi che propongono questa nuova concezione di vita e di crescita del pargolo. 
Ma ... eccolo il ma ... un, due, tanti dubbi sorgono quando, nel proporre e diffondere questi nuovi modelli, si sconfina una linea sottile che spesso la mamma alle prime armi non riesce a cogliere, una sorta di fil rouge che, se osservato dalla giusta distanza, permette di valutare pro e contro di ognuna di queste proposte con lucidità e tenendo conto delle proprie inclinazioni, ma superato produce un danno irreparabile: la confusione! Mi spiego meglio ...

Quando diventi mamma la rete delle tue conoscenze inevitabilmente cambia e per senso di solitudine o per necessità inizi a frequentare altre mamme, a leggere le loro opinioni, a chiedere consigli e a scrivere frasi improponibili (quale tettarella di biberon per un bambino pigro a mangiare?) nel campo ricerche di google. Il risultato? Ti si apre un mondo sconfinato di risposte, scopri che non sei l'unica ad aver avuto la tale difficoltà o il tal problema e, se da un lato tutto ciò è rassicurante (anche tuo figlio si addormenta a metà pasto? Anche il mio!), dall'altro si rischia di essere sommersi dalle proposte e dai consigli delle altre mamme. Ora, finchè tutto ciò si limita a piccoli intoppi nella gestione quotidiana del pupo, non ci vedo nulla di male ... ma quando, sotto il velo della frase "meglio una mamma informata su tutto, che valuti ogni opzione, che una mamma che si muove alla cieca", si passano informazioni false e dannose ... ecco qui mi arrabbio!

Giorni fa, all'interno di un gruppo di mamme presente su facebook, polemizzavo su un articolo che criticava i cosiddetti "bambini autonomi", quelli che piangono solo per fame, che si addormentano senza bisogno della mamma, che giocano da soli ... bambini definiti tristi, incapaci di esprimere i lori bisogni e addirittura con minori probabilità di sopravvivenza rispetto a quelli che vivono attaccati alla tetta della mamma, che si lamentano perchè cercano il famoso contatto, che hanno bisogno di essere accompagnati per prendere sonno. Ho capito dove andava a parare l'articolo quando ho visto che era pubblicato da una nota marca di marsupi e che, con l'assurdità di queste informazioni, intendeva promuovere in maniera secondo me subdola i propri prodotti ... lo slogan nascosto di questo sproloquio era: cara mamma, farai meglio il tuo compito se ti terrai attaccato il tuo bimbo il più possibile perchè solo così crescerà nel modo giusto! 

Ma perchè dico io si diffondono tutte queste informazioni? Perchè tutto viene portato sul piano corretto-scorretto quando si sa che la crescita di un figlio è un percorso molto soggettivo e personale? La nuova moda dice che i bambini autonomi e indipendenti non vanno bene perchè, udite udite, è nella loro "natura" dipendere dalla mamma e aver bisogno del suo contatto. Spesso poi per suffragare questa concezione si prendono a modello le altre culture nella quali, si sostiene, la figura della madre è molto più genuina e legata ai valori della famiglia, una madre che vive il proprio figlio al 100% con semplicità e amore assoluto. Tutto ciò appare offuscato nella società attuale, appannato dalla logica consumistica, dall'egoismo delle donne che non credono fino in fondo al loro ruolo di madri, dalla facilità con cui oggi affidiamo i nostri figli a terzi, distaccandoli da noi senza troppe pretese. Forse starò esagerando ma dietro l'espressione di "bambino naturale" io vedo nascosto tutto questo insieme di concetti ... sono lì, belli impacchettati sotto questa etichetta che oggi fa molto mamma all'avanguardia, mamma attenta ai bisogni del bambino, una mamma all'ultima moda insomma.

Se è vero che come madre ho ancora poca esperienza, lasciate che almeno metta a frutto una laurea in antropologia e vi dica che non c'è niente di più dannoso che usare con eccessiva facilità l'aggettivo "naturale". La verità è che, anche nel più remoto villaggio dell'Africa subsahariana, non esiste niente di naturale: ogni società, ogni comunità di persone in ogni angolo della terra vive secondo regole, consuetudini, gesti e tradizioni e tutto questo altro non è che una manifestazione culturale. 
Non può esistere un ritorno alla natura, un viaggio verso un'ipotetica età dell'oro in cui i figli si crescevano in un altro modo perchè apparteniamo a una società diversa e per quanto ci sforziamo non possiamo fare a meno di pensare e agire con i sistemi mentali nei quali siamo cresciuti nè possiamo con leggerezza pensare di appropriarci di quegli degli altri, astraendoli, perchè così ci fa comodo, dal contesto al quale appartengono. Facendo così, infatti, ci dimenticheremmo che, se è tanto bello e tanto "naturale" vedere in un documentario una donna africana (orrenda definizione!) che si porta in fasce il suo bambino, questa madre non ha alternative: deve avere le braccia libere per poter lavorare e non esistono tate e babysitter a cui affidare il piccolo. 
Nei paesi del sud del mondo l'allattamento al seno si protrae per anni e oggi questo modello viene proposto alle donne occidentali. Nessuno però ragiona sul fatto che nelle regioni sottosviluppate difficilmente ci si può permettere il latte in polvere. E se anche questo fosse rifiutato, non è detto che ciò avverrebbe perchè si ritiene più buono e sano quello materno ma perchè considerato l'ennesimo tentativo di "colonizzazione dell'occidente" che pretende di insegnare come nutrire i figli altrui (vi ricordate la polemica contro la Nestlè del 1994? qui un breve articolo sulla vicenda)... ci sono , quindi, meccanismi culturali molto più ampi che ci sfuggono perchè vogliamo vedere solo quello che ci fa più comodo.

L'invito, quindi, è quello di aprire bene gli occhi e le orecchie per evitare che il flusso delle informazioni a cui una mamma è sottoposta, invece di aiutare, disorienti e stordisca, peggio ancora diffonda dei concetti falsi o comunque inutili.
Siate mamme critiche, ascoltate ma poi valutate con impegno e coscienza ciò che vi è stato detto, non fatevi abbindolare troppo facilmente. 

E la prossima volta vi parlo dei vaccini ...

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